ASPIS ETRUSCO: La Chimera
Infine per il secondo aspis venne il tempo di scegliere qualcosa che ci appartenesse: è stato facile scegliere la Chimera che dal 2002 è il nostro simbolo ufficiale. Allora la Chimera fu scelta come simbolo di Antichi Popoli a simboleggiare l’inizio della nostra attività ossia un’unione di diverse passioni , ma tutte svolte dalle stesse persone: attività ludiche e teatrali, Celtismo e Medioevo. Non avevamo ancora iniziato a rievocare gli etruschi e quel progetto sarebbe stato inun cassetto per anni, ma dato che la Chimera di Arezzo fu ritrovata in Toscana ci lasciammo uno spiraglio qualora in futuro avessimo fatto anche quel periodo.
Ma quale Chimera dovevamo riprendere sul ns Aspis?
Nella ricerca abbiamo notato delle foto di un’anfora fotografata all’esposizione del 2014 a Roma: Monsters. Fantastic Creatures of Fear and Myth exhibition a Palazzo Massimo alle Terme.
Si tratta di un’anfora databile verso il 550-525 a.C. e faceva parte della collezione di Johann “Giovanni” Züst, che l’acquisì prima del 1958. Nel 1959 fu donata, insieme all’intera collezione Züst, alla città di Basilea. L’anfora è ora esposta presso l’Antikenmuseum und Sammlung Ludwig, di Basilea, Svizzera, Inventory: Zü 399 (1. Inv.) Ringraziamo ancora una volta il Dott. Esaù Dozio dell’Antikenmuseum Basel und Sammlung Ludwig di Basilea che ci ha fornito le foto per realizzare la decorazione e la possibilità di pubblicarle in questo articolo con le foto di Andreas F. Voegelin.
L’anfora fa parte del gruppo della Tolfa che comprende numerose anfore a figure nere dalla forma ispirata al vasellame attico e dalla decorazione racchiusa in pannelli posti sui due lati e sul collo del vaso. Ogni pannello comprende solitamente una sola figura: una figura umana, animale, o fantastica. Probabilmente prodotte da un’unica bottega di Cerveteri, le anfore sono conservate in luoghi diversi: altri vasi appartenenti al questo gruppo si trovano a Parigi e a San Pietroburgo.
Nei pannelli al centro dei due lati dell’anfora in questione è raffigurato un motivo insolito: due chimere rivolte a sinistra. Una Chimera è chiaramente ripresa dall’iconografia solita di questo mostro sputa fuoco che terrorizzava la Licia prima che Bellerofonte la uccidesse. L’altra Chimera è chiaramente femmina, con numerose mammelle, a cui si attacca un giovane Leoncino. Che si tratti di un cucciolo di Chimera a cui non è ancora spuntata la protome caprina sulla groppa? Su entrambi i lati del collo è raffigurata un’anatra di profilo rivolta a sinistra.
L’aspetto quasi amorevole della Chimera mamma è inaspettato: forse in Etruria questo mostro, uguale negli attributi animali, era equiparato ai tanti animali fantastici che popolano l’immaginario dell’arte orientalizzante e arcaica derivate dalle culture del Vicino Oriente. Non un mostro specifico quindi, ma uno dei tanti animali fantastici che, come tale, può anche avere cuccioli ed un genere maschile o femminile. Per stile e tematica L’anfora di Basilea può paragonarsi a un esemplare conservato ai Musei Vaticani raffigurante su entrambi i lati una grossa chimera, ma priva della prole.
Ma cos’è La Chimera e che significato ha?
La Chimera [dal lat. chimaera, gr. χίμαιρα, propr. «capra»] era un mostro con un corpo e la testa di un leone, una seconda testa di capra che sporgeva sul dorso, e una coda di serpente velenoso. Dalle fauci sputava fuoco, e terrorizzava la Licia prima che Bellerofonte la uccidesse trasformandole in debolezza il suo punto di forza. Bellerofonte infatti scagliò fra le fauci aperte del mostro la punta di piombo della sua lancia, cosicché quel metallo, fuso dal calore delle fiamme emesse dalla bocca della chimera, finì per soffocarla.
La Chimera è un mostro con Pedigree…. figlia di mostri, da cui derivano le sue caratteristiche: Echidna la madre, aveva un corpo di donna e una coda di serpente al posto delle gambe. Tifone, il padre, è descritto come un essere per metà uomo e per metà bestia, gigantesco come una montagna, con le spalle coperte da serpenti e con un verso tra il latrato di un cane e il ruggito di un leone e dalla bocca e dagli occhi sputava fuoco.
Se Tifone rappresenta le forze terrificanti della natura, Chimera rappresenta le forze fisiche distruttrici (vulcani o tempeste). Già in antichità il luogo dove dimorava in Licia era detto Monte Chimera , situato nelle vicinanze di Adalia, in Turchia. Già in passato il monte era citato dagli autori antichi per i suoi fuochi perenni (ancora oggi esistenti) dovuti alla combustione di metano che fuoriesce dal terreno e che certo spiegano la caratteristica della Chimera come mostro sputa-fuoco. Chimera significa anche qualcosa talmente strano da esser impossibile, fantasticheria strana, sogno, utopia e quindi proposito o disegno irrealizzabile. Proprio come è stato per noi riuscire a realizzare la rievocazione etrusca, riaprendo quel cassetto rimasto chiuso per dodici anni.
La parte lignea dello Scudo è stata acquistata da Res Bellica, con propax e antilabè poi da noi applicati. La Chimera è stata abilmente riprodotta sull’aspis da Lorenzo Leonelli e fa adesso la sua bella mostra imbracciato dai nostri Opliti.
Finally for the second aspis the time came for us to choose something that belonged to us: it was easy to choose the Chimera which since 2002 has been our association’s official symbol. In 2002 Chimera was chosen as a symbol of Ancient Peoples to symbolize the beginning of our activity, that is, a union of different passions, but all carried out by the same people: playful and theatrical activities, Celticism and the Middle Ages. We had not yet begun to reenact the Etruscans and that project would have been in a drawer for years, but since the Chimera of Arezzo was found in Tuscany we left it as a glimpse if in the future we would had also reenacted that period as well.
So which Chimera we had to put on our Aspis? In the research, we noticed photos of an amphora photographed at the 2014 exhibition in Rome: Monsters. Fantastic Creatures of Fear and Myth exhibition at Palazzo Massimo alle Terme.
It is an amphora dating from around 550-525 BC. and was part of the Johann “Giovanni” Züst collection, which acquired it before 1958. In 1959 it was donated, together with the entire Züst collection, to the city of Basel.
The amphora is now on display at the Antikenmuseum und Sammlung Ludwig, in Basel, Switzerland, Inventory: Zü 399 (1. Inv.). Once again we would like to thank Dr. Esau Dozio of the Antikenmuseum Basel und Sammlung Ludwig of Basel who provided us with photos to create the decoration and the opportunity to publish them in this article with photos by Andreas F. Voegelin.
The amphora is part of the Tolfa group which includes numerous black-figure amphorae with a shape inspired by the Attic tableware and with the decoration enclosed in panels placed on the two sides and on the neck of the vase. Each panel usually includes only one figure: a human, animal, or fantastic figure. Probably produced by a single workshop in Cerveteri, the amphorae are kept in different places: other vases belonging to this group are found in Paris and Saint Petersburg.
An unusual motif is depicted in the panels in the center of the two sides of the amphora we examine: two chimeras facing left. The Chimera is clearly taken from the usual iconography of this fire-breathing monster that terrified Lycia before Bellerophon killed her. The other Chimera is clearly female, with numerous breasts, to which a young lion puppy attaches. Could it be a Chimera puppy whose goat head has not yet appeared on its back? On both sides of the amphora’s neck is shown a duck in profile facing left. The almost loving aspect of the Chimera mum is unexpected: perhaps in Etruria this monster, with same animal attributes, was equated to the many other fantastic animals that populated the imaginary of orientalizing and archaic art derived from the cultures of the Near East. Not a specific monster then, but one of the many fantastic animals thus it can also have puppies and a male or female gender. By style and theme The Basel amphora can be compared to a specimen preserved in the Vatican Museums depicting on both sides a large chimera, but without offspring.
The Chimera [from lat. chimaera, gr. χίμαιρα, owner “Goat”] was a monster with a lion’s body and head, a second goat head protruding on its back, and a poisonous snake tail. From its jaws it spewed fire, and terrified Lycia before Bellerophon killed her, transforming her strength into a weakness. Bellerophon in fact hurled the lead tip of his spear between the open jaws of the monster, so that the metal, melted by the heat of the flames from the chimera’s mouth, suffocated it.
The Chimera is a monster with Pedigree…. daughter of monsters, from which its characteristics derive: Echidna the mother, had a woman’s body and a snake’s tail instead of the legs. Typhon, the father, is described as a being half man and half-beast, gigantic like a mountain, with his shoulders covered by snakes and with a call between the barking of a dog and the roar of a lion, and he can spit fire from mouth and eyes. If Typhoon represents the terrifying forces of nature, Chimera represents the destructive physical forces (volcanoes or storms). Already in ancient times, the place where she lived in Lycia was called Mount Chimera, located near Antalya, in Turkey. Already in the past, the mountain was mentioned by the same authors for its perennial fires (still existing today) due to the combustion of methane that comes out of the ground and which certainly explain the characteristic of the Chimera as a fire-breathing monster. Chimera also means something so strange to be impossible, strange reverie, dream, utopia, and therefore unrealizable purpose or design. Just as it was for us to succeed in realizing the Etruscan re-enactment, reopening that drawer that was closed for twelve years.
The wooden part of the shield was purchased by Res Bellica, with propax and antilabè then applied by us. The Chimera has been cleverly reproduced on aspis by Lorenzo Leonelli and now makes his beautiful exhibition embraced by our Hoplites